LA FORMA DELLA TERRA

Geografia della ceramica contemporanea in Italia
A cura di Simone Ciglia

Palazzo De Sanctis

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Artista-Anno2020

25 luglio – 30 agosto 2020

La forma della terra. Geografia della ceramica contemporanea in Italia propone una mappatura delle possibilità contemporanee della ceramica, orientata sul territorio nazionale. La mostra è concepita come un viaggio attraverso alcuni fra i principali centri di produzione legati a questa tecnica, che ricalcano in larga parte la ricca tradizione storica: da Faenza, che ha saputo più di ogni altro raccogliere la sfida della contemporaneità, ad Albisola Superiore e Albissola Marina, Castellamonte (TO), Nove (VI), Pesaro, Deruta, Castelli (TE), cui si aggiungono le città di Roma e Milano. Senza alcuna pretesa di esaustività, ciascuna località è rappresentata da opere realizzate negli ultimi quindici anni da autori appartenenti a diverse generazioni, a testimoniare l’attenzione da parte dell’arte contemporanea nei confronti di questa materia arcaica., come le opere di Salvatore Arancio, Stefano Arienti, Bertozzi & Casoni, Enrico Castellani, Enzo Cucchi, Matteo Fato, Flavio Favelli, Alberto Garutti, Liam Gillick, Piero Golia, Ugo La Pietra, Felice Levini, Emiliano Maggi, Eva Marisaldi, Gino Marotta, Mathieu Mercier, Matteo Nasini, Adrian Paci, Mimmo Paladino, Luca Maria Patella, Giovanni Termini, Luca Trevisani, Vedovamazzei, Luca Vitone.

Nell’ambito della mostra sarà presentata per la prima volta al pubblico italiano la nuova opera Modellare l’acqua di Mario Airò, realizzata nei laboratori ceramici di Castelli nel 2019-2020. Il progetto è stato realizzato grazie al sostegno dell’Italian Council, programma di promozione dell’arte contemporanea nel mondo della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo. L’opera, esposta in anteprima allo spazio Bazament di Tirana (in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Tirana), è destinata a far parte della collezione permanente del Museo Internazionale della Ceramica in Faenza.

Realizzato grazie al sostegno di


25 luglio – 30 agosto 2020

La forma della terra. Geografia della ceramica contemporanea in Italia propone una mappatura delle possibilità contemporanee della ceramica, orientata sul territorio nazionale. La mostra è concepita come un viaggio attraverso alcuni fra i principali centri di produzione legati a questa tecnica, che ricalcano in larga parte la ricca tradizione storica: da Faenza, che ha saputo più di ogni altro raccogliere la sfida della contemporaneità, ad Albisola Superiore e Albissola Marina, Castellamonte (TO), Nove (VI), Pesaro, Deruta, Castelli (TE), cui si aggiungono le città di Roma e Milano. Senza alcuna pretesa di esaustività, ciascuna località è rappresentata da opere realizzate negli ultimi quindici anni da autori appartenenti a diverse generazioni, a testimoniare l’attenzione da parte dell’arte contemporanea nei confronti di questa materia arcaica., come le opere di Salvatore Arancio, Stefano Arienti, Bertozzi & Casoni, Enrico Castellani, Enzo Cucchi, Matteo Fato, Flavio Favelli, Alberto Garutti, Liam Gillick, Piero Golia, Ugo La Pietra, Felice Levini, Emiliano Maggi, Eva Marisaldi, Gino Marotta, Mathieu Mercier, Matteo Nasini, Adrian Paci, Mimmo Paladino, Luca Maria Patella, Giovanni Termini, Luca Trevisani, Vedovamazzei, Luca Vitone.

Nell’ambito della mostra sarà presentata per la prima volta al pubblico italiano la nuova opera Modellare l’acqua di Mario Airò, realizzata nei laboratori ceramici di Castelli nel 2019-2020. Il progetto è stato realizzato grazie al sostegno dell’Italian Council, programma di promozione dell’arte contemporanea nel mondo della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo. L’opera, esposta in anteprima allo spazio Bazament di Tirana (in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Tirana), è destinata a far parte della collezione permanente del Museo Internazionale della Ceramica in Faenza.

Realizzato grazie al sostegno di


Nel corso dell’ultimo quindicennio, le tecniche artigiane hanno raccolto una nuova attenzione nella pratica degli artisti contemporanei a livello globale. Sembra lontano il tempo in cui, poco più di vent’anni fa, Peter Dormer s’interrogava sulle ragioni per le quali l’artigianalità (quell’universo racchiuso sotto il termine inglese craft) fosse “intellettualmente sconveniente” nell’arte moderna e contemporanea. Le premesse possono essere ricondotte ad alcuni postulati della cultura postmoderna, in particolare la tensione alla cancellazione dei confini fra alto e basso, ovvero fra le cosiddette “belle arti” e l’artigianato: le prime hanno incorporato una vasta gamma di materiali, tecniche, lavorazioni dal secondo, seguendo un’intenzionalità in cui gioca un ruolo di primo piano l’associazione con il marginalizzato – si tratti del femminile, del queer o delle culture non occidentali – che indirizza una parte rilevante delle ricerche recenti. In questo “ritorno del reale” è inoltre facile leggere una reazione di fronte ai processi tecnologici accelerati che disegnano un mondo sempre più smaterializzato.

Nell’ampio novero di queste tecniche, un rilievo particolare è assunto dalla ceramica: è la natura proteiforme del materiale ad averne sancito la fortuna storica. Come sottolinea l’archeologo William Henry Holmes, la ceramica, al contrario di altri materiali, “non possiede inerenti qualità naturali da imporre una data forma o una classe di forme ai suoi prodotti […]. È così mobile da essere alquanto libera di prendere forma dall’ambiente circostante, e dove ampiamente usata registrerà o echeggerà una gran parte di natura e di arte coesistente”. Oggi questo retaggio quasi ancestrale è avvicinato sotto il segno della sperimentazione in un orizzonte postmediale. La dimensione collaborativa del processo produttivo è un altro elemento consonante alle pratiche contemporanee che ne ha garantito la recente ripresa.

La forma della terra. Geografia della ceramica contemporanea in Italia propone una mappatura delle possibilità contemporanee della ceramica, orientata sul territorio nazionale. La mostra è concepita come un viaggio attraverso alcuni fra i principali centri di produzione legati a questa tecnica, che ricalcano in larga parte la geografia storica: da Faenza, che ha saputo più di ogni altro raccogliere la sfida della contemporaneità, ad Albisola Superiore e Albissola Marina, Castellamonte (TO), Nove (VI), Pesaro, Deruta, Castelli (TE), cui si aggiungono le città di Roma e Milano. Senz’alcuna pretesa di esaustività, ciascuna località è rappresentata da opere realizzate negli ultimi vent’anni da autori appartenenti a diverse generazioni.   

Nell’ambito della mostra sarà presentata per la prima volta al pubblico italiano la nuova opera Modellare l’acqua di Mario Airò, eseguita nei laboratori ceramici di Castelli nel 2019-2020. Il progetto è stato realizzato grazie al co-finanziamento del bando Italian Council, ideato dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo. L’installazione, esposta in anteprima allo spazio Bazament di Tirana (in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Tirana), è destinata a far parte della collezione permanente del Museo Internazionale della Ceramica in Faenza.

Artisti

Mario Airò, Salvatore Arancio, Stefano Arienti, Bertozzi & Casoni, Enrico Castellani, Enzo Cucchi, Matteo Fato, Flavio Favelli, Alberto Garutti, Liam Gillick, Piero Golia, Ugo La Pietra, Felice Levini, Emiliano Maggi, Eva Marisaldi, Gino Marotta, Mathieu Mercier, Matteo Nasini, Adrian Paci, Mimmo Paladino, Luca Maria Patella, Giovanni Termini, Luca Trevisani, Vedovamazzei, Luca Vitone.

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